Elezioni francesi: che cosa può accadere all’Euro e al Franco CFA

L’esito delle elezioni europee in Francia e i possibili mutamenti dello scenario politico nazionale dopo le elezioni convocate dal presidente Macron hanno portato in primo piano non solo prospettive dell’euro e dell’Unione Europea ma anche si questioni in apparenza secondarie, come l’impatto sulle economie africane e il franco CFA. La valuta, istituita nella Francia coloniale, è oggi utilizzata in 14 nazioni dell’Africa occidentale e dell’Africa centrale, è agganciata all’euro e garantita dal Tesoro francese. È importante per il commercio e la stabilità economica della regione, pur essendo criticata per limitare la sovranità monetaria degli Stati membri.

Le elezioni dei prossimi 30 giugno e 7 luglio prospettano una varietà di potenziali scenari. Il più probabile è un parlamento senza una maggioranza chiara, esito che potrebbe rallentare le riforme della UE e complicarne ulteriormente, se possibile, il processo decisionale senza per questo comportare rischi sistemici per l’euro (l’UE dispone dei meccanismi per evitarli).

Lorenzo Codogno, economista per Simplify Partners, ha delineato quattro possibili scenari e le relative implicazioni. Vediamoli.

Conferma dello status quo (maggioranza assoluta per la coalizione di Macron e Les Républicains).

Le politiche economiche e di bilancio resterebbero, probabilmente, invariate. L’impatto sull’euro sarebbe minimo; la fiducia degli investitori e la stabilità del mercato sarebbero garantite. Questo significherebbe continuità nella politica di sostegno al franco CFA e, quindi, permanenza dell’ancoraggio all’euro.

Parlamento senza maggioranza assoluta.

La Francia potrebbe trovarsi con una situazione bloccata, uno scenario d’incertezza che ostacolerebbe le politiche economiche di bilancio. Questo vorrebbe dire, per l’Eurozona, un ritardo nelle risposte politiche alle sfide economiche da affrontare e un potenziale indebolimento dell’euro. Per il franco CFA, un parlamento senza maggioranza potrebbe significare un periodo d’indecisione e inattività, pur nella conservazione dello status quo.

Vittoria dell’estrema destra.

Un governo di estrema destra guidato dal partito di Marine Le Pen darebbe priorità alle questioni nazionali mettendo probabilmente in discussione gli impegni della Francia verso la zona CFA, con cambiamenti sostanziali o addirittura la denuncia dell’accordo sul franco CFA per indirizzare le risorse verso il Paese. Un tale cambiamento potrebbe destabilizzare le economie agganciate del franco CFA e innescare l’incertezza nei mercati. Per l’euro, questo potrebbe comportare maggiore volatilità e pressione, soprattutto se dovesse diminuire la fiducia degli investitori nella disciplina fiscale della Francia.

Vittoria dell’estrema sinistra.

Un governo di estrema sinistra potrebbe spingere per una maggiore indipendenza economica delle nazioni africane, considerando il franco CFA come espressione del neocolonialismo. Sebbene ideologicamente incline ad abbandonare il franco CFA, la sinistra potrebbe, per ragioni economiche, favorire una riforma all’abolizione totale. Un simile approccio concederebbe più autonomia alle nazioni africane nell’ambito dell’accordo sul franco CFA, bilanciando coerenza ideologica e obiettivi di stabilità regionale. L’euro potrebbe fluttuare in funzione dell’impatto di quest’evoluzione previsto dagli investitori.

Le misure anti-frammentazione dell’Eurozona

L’esito delle elezioni francesi potrebbe avere un impatto significativo sull’euro e sulla stabilità finanziaria dell’Eurozona. Scenari estremi potrebbero allargare gli spread dei rendimenti obbligazionari governativi e indebolire euro riflettendo i timori del mercato per la sostenibilità fiscale e la stabilità economica della Francia.
La Banca Centrale Europea (BCE) ha gli strumenti per contrastare potenziali perturbazioni. Il Transmission Protection Instrument (TPI) è progettato per prevenire frammentazioni finanziarie ingiustificate nell’Eurozona innescate da un cambiamento politico in Francia. Il Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), inoltre, può fornire assistenza finanziaria agli Stati membri in difficoltà, a condizione che accettino specifiche riforme economiche e aggiustamenti politici. La combinazione di questi strumenti garantisce che, nonostante le potenziali turbolenze politiche, la stabilità finanziaria dell’Eurozona.

Cordiali saluti,

Federico Polese