Il Bitcoin può prevedere i movimenti dell’S&P 500?

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Alcuni analisti hanno ipotizzato che le quotazioni del Bitcoin possono essere un indicatore affidabile dell’appetito al rischio degli investitori e anticipare, quindi, l’evoluzione dell’S&P 500. Le prime valutazioni di questa ipotesi, supportate da analisi di correlazione, sembrano suggerire che le quotazioni del Bitcoin e del mercato azionario statunitense siano sincronizzate ma un’analisi più approfondita sembra indicare l’assenza di un rapporto di causalità. Vediamo in dettaglio.

Che cosa emerge dai grafici delle quotazioni

L’andamento dei prezzi settimanali di Bitcoin e dell’S&P 500 dal 2019 a oggi (vedi grafico qui sotto) indica visivamente una correlazione, e quindi, il potenziale predittivo della quotazione del Bitcoin, la cui volatilità sembra precedere la tendenza della curva, relativamente più stabile, dell’S&P 500.

Il coefficiente di correlazione tra le due serie si attesta a circa 0,82, un dato elevato che suggerisce variazioni simultanee delle due grandezze e la relativa interdipendenza.

Le quotazioni settimanali di Bitcoin e l’S&P500 dal 2019 a oggi

Il test di causalità di Granger

Abbiamo messo alla prova la tesi della correlazione attraverso il test di causalità di Granger utilizzato, appunto, per determinare se una serie temporale può prevederne un’altra. (Il test prende il nome da Clive Granger, economista britannico, vincitore del Nobel per l’economia nel 2003 grazie ai suoi contributi sull’analisi dei dati di serie temporali). Il test si basa sul principio secondo il quale se una variabile X può fornire informazioni statisticamente significative sui futuri valori di una variabile Y, allora X si dice che causa Y.

Il test implica la regressione dei valori passati di una variabile (o più variabili) sul valore attuale di un’altra per capire se forniscono informazioni significative sul valore attuale. Se si considerano i valori in diversi intervalli temporali (da quello giornaliero fino a un massimo di 60 giorni) non emergono prove a sostegno della causalità.

Di seguito i valori registrati per alcuni lag temporali:

Lag 1: p = 0,265

Lag 2: p = 0,5546

Lag 3: p = 0,7117

Lag 4: p = 0,8349

Lag 5: p = 0,7589

Lag 60: p = 0,6743

Tutti i lag temporali hanno superato largamente la soglia di significatività standard di 0,05, il che vuol dire che le quotazioni di Bitcoin non anticipano i futuri movimenti dell’S&P 500. Le due variabili possono reagire in modo analogo alle tendenze economiche, ma la relazione di causalità è statisticamente infondata. La correlazione osservata in alcuni casi riflette, verosimilmente, una sensibilità degli investitori a certe condizioni economiche globali piuttosto che una relazione diretta.

Per chi fosse interessato a esplorare ulteriormente l’ipotesi dalla quale siamo partiti, le metodologie di analisi avanzate come la Causalità di Granger Variabile nel Tempo (TVGC) possono rivelarsi illuminanti. TVGC valuta come le influenze causali tra variabili evolvono nel tempo, facendo emergere dinamiche che possono sfuggire ai test di Granger statici tradizionali. Tecniche come le Forward Expanding, Rolling e Recursive Evolving (windows) possono forse fornire una comprensione più sottile delle relazioni tra le diverse grandezze.

Cordiali saluti,

Federico Polese